Emozioni

IL TOMINO SPOSA IL TIMO

 

Già una parola (tomino) contiene l’altra (timo), come a simboleggiare un legame, come a voler indicare quello che a mio parere si rivela un matrimonio  riuscito, quello tra i tomini piemontesi (quelli stagionati, con la crosta, che si scaldano in padella o sulla griglia) e il timo, ma rigorosamente il vulgaris, quello legnosetto di gariga su  substrato calcareo ma solo delle coste nordoccidentali (Liguria, Toscana..) che talvolta si spinge nell’interno fino agli 800 m.. Ha foglioline minute, a margine revoluto, di color grigio-verde e intensamente profumate. Anche quelle del timo serpillo (Thymus serpyllum, quello strisciante erbaceo e più prativo) o del timo capitato ((Thymus  capitatus, quello comune sulle isole in grossi cespugli globosi) sono molto aromatiche ma con una punta di amaro, mentre il vulgaris conferisce una nota di freschezza più gradevole. In alternativa si può usare la varietà coltivata, ma ha le foglie un poco più larghe e vi assicuro che il sapore non è esattamente lo stesso..

Le foglioline sono ideali se raccolte prima che fiorisca, durante l’inverno fino a marzo, così si presentano coriacee e pronte per essere sbriciolate sui cibi, in genere carni bianche. L’abbinamento col tomino è nato quando, una sera, dopo aver acquistato dei tomini locali in un paesino del cuneese dove lavoravo, ho provato a cospargerli di timo raccolto il giorno prima in una passeggiata nel finalese. Il risultato è stato eccellente, ho provato poi col serpillo, la maggiorana, la santoreggia, la salvia, ma non c’è stato verso…il tomino sposa solo il timo!

 

 

 

 

 

 

Ti potrebbero anche interessare

Nessun commento

Lascia la tua risposta