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FIORI RARI AL PASSO DEL VAN (Valle Gesso)

5 maggio 2021: anche se potrebbe esser presto per la fioritura propongo alla mia amica Silvana di recarci nel vallone di Roaschia (prima di Valdieri, in valle Gesso, nel cuneese) per cercare la Fritillaria moggridgei, che da alcuni anni inseguo senza esito sulle Alpi liguri e marittime. Come itinerario di riserva, in caso di troppa neve, ho scelto la salita al monte Saben, sul versante opposto ad Andonno, che gode di un’esposizione più soleggiata.

Verso le 9.30 arriviamo nel tranquillo paesino di Roaschia, dove parcheggiamo l’auto nella piazza Ortigara al margine dell’abitato, e seguiamo le indicazioni per il passo del Van (N 44), salendo nella boscaglia tra cespi di lavanda secca e roccette sulle quali scorgo qualche Primula marginata (endemica delle Alpi sudoccidentali, su rupi calcaree, che ho già rinvenuto diverse volte, anche in Liguria sul M.Carmo di Loano) e poi nel bosco misto, fino alle case abbandonate di Tetti Brinda, grazioso sito, per poi in poco tempo (mezz’ora da Roaschia) arrivare all’incrocio con la strada sterrata proveniente da Tetti Crivella. Proseguiamo sempre sul sentiero N44 lungo una sterrata un po’ noiosa, che nella parte alta attraversa poi la faggeta e le sue fioriture primaverili , che troviamo al culmine (più in là nel tempo il fogliame sviluppandosi sottrarrà luce preziosa per il loro possibile sviluppo):  varie Cardamini (bulbifera, enneaphyllos, pentaphyllos), il campanellino (Leucojum vernum), la Scilla bifolia, la Fumaria.

Dopo quasi due ore da Roaschia giungiamo a un bivio circa a quota 1480 m dove notiamo sulla sinistra il grande pannello che segnala la presenza di un SIC del Parco Alpi Marittime (cioè un Sito d’Importanza Comunitaria, volto a proteggere ambienti naturali di un certo pregio), nel vallone di Fontanafredda, dove ci addentreremo lungo la discesa dal passo, mentre ora svoltiamo a destra sempre per il passo del Van. Dopo pochi passi scorgiamo tra i fili d’erba…i bei fiori gialli penduli della tanto agognata Fritillaria! Finalmente! Esulto come se avessi trovato una pentola d’oro e mi soffermo a fotografarla in più modi, non sono numerosi gli esemplari e dubitiamo di trovarne altri sopra perché è appena andata via da poco la neve sul pendio, e difatti vi troviamo solo crochi e soldanelle. Più in alto anche molti esemplari di Pulsatilla halleri a fiori viola e Pulsatilla apifolia, di color giallo. La sterrata prosegue con tornanti con chiazze di neve, per cui tagliamo dritti per il pendio prativo, anche perché  la strada prosegue invece tutta sulla destra in direzione del vistoso traliccio che si nota una volta arrivati al passo. Affaticata (dopo 1000 m di dislivello! e 2h 40 min) ed emozionata arrivo sul passo dove Silvana è già da qualche minuto, e qui improvvisa si apre una visione di ampio respiro: la valle di Entracque col lago della Piastra e le cime dell’Argentera e del Matto, mentre impressionante è la vista delle pareti che precipitano su questo scenario (d’altronde l’indicazione alla partenza, a Roaschia, riporta “Uno sguardo sulle Marittime”)… sembra impossibile, ma una traccia c’è su alcune carte, che scendendo dal passo dritta e poi in diagonale porterebbe al passo Prato della Colla e Gorge de la Reina. La Punta del Van sarebbe a un passo da noi, ma non abbiamo tempo per salirvi perché ci aspetta ancora un bel pezzo da fare.

Dopo una sosta pranzo veloce sotto il passo torniamo velocemente al bivio col pannello e costeggiamo le cupe pareti calcaree sotto il M.Testa dove io con lo sguardo all’insù cerco di individuare qualche esemplare della rarissima Primula Allionii segnalata nella zona, ma che fiorisce in marzo aprile. Si tratta di un pregevole endemismo delle alpi Marittime, limitato alla zona di Entracque e Roaschia di cui predilige rupi calcaree umide e ombrose (è anche nelle vicine Gorge de la Reina), e rinvenibile anche in alcune stazioni della francese val Roya. E sono fortunata, perché le pareti sono punteggiate di macchie violette che zoomando sembrano, anzi sono quelle! Sono sempre molto affascinata dalle Primule o le Campanule rare che crescono su aspre pareti e poi non mi sembra vero di aver trovato in un colpo solo sia la Fritillaria sia la Primula! In pochi minuti, uscendo dagli alberi, arriviamo in vista del rifugio Balur lassù sul passo omonimo sotto il quale spicca la costruzione al Gias Fontanafredda, dove decidiamo di non salire, visto anche la presenza di più neve. Cerchiamo invece sulla sinistra le tracce del sentiero che dal Balur riconduce a Roaschia e troviamo una roccia con segni rossi. Ci inoltriamo quindi nel bosco con tranquilla discesa che in circa 1h 30 ci riporta a Roaschia, ma non prima di una sosta d’obbligo alla Sorgente Dragonera , (bivio sulla sinistra, quasi in fondo), molto curata, con fontana e pannello descrittivo. Raggiunto l’asfalto ci beviamo un caffè alla trattoria Drago nero, dove tra l’altro troviamo in distribuzione la dettagliata cartina con i sentieri della zona, presente anche sul sito del comune.

 

 

l’itinerario in verde sulla cartina della zona dove ho aggiunto le indicazioni sui fiori rari

 

Punta del Van a sinistra con lo sfondo delle cime della valle Gesso

 

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