Piacevole escursione non molto lunga che consente di ammirare notevoli esemplari di faggi in un’area protetta valbormidese, la Riserva dell’Adelasia. Se si arriva a Ferrania in treno, senza auto, occorre camminare per circa un’ora lungo sterrata tra grandi prati fin alla Cascina Caramellina , dove vi è anche un percorso vita ad anello, e poi prendere il sentiero n.2 in salita. Se si è motorizzati invece è più agevole visitarla e si parcheggia a un tornante della provinciale sp 12 per Montenotte superiore a cui si arriva anche da Altare. Qui ,a quota 693 metri, presso cartelli vari, partono vari itinerari: n.1 (5 km, 2 ore e mezza), n.3 (16 km., 8 ore) e A (9 km., 5 ore). Quest’ultimo ,coincidente in parte con l’AV dei monti liguri, è stato proposto dalla rivista Airone che ha premiato nel 1992 la 3M con l’Airone d’argento per aver istituito la riserva. Nella parte alta compare anche il segnavia BN che si riferisce al sentiero Bormida Natura, itinerario di collegamento tra tutte le aree protette valbormidesi. Noi seguiamo l’itinerario n.1, più breve ma che tocca comunque gli aspetti salienti di quest’area protetta. Con una piccola deviazione nel bosco è possibile osservare alcuni faggi monumentali nel settore della faggeta del Costellasso, alberi non più tagliati da decenni con circonferenze fino a 4 m. Il bosco della riserva è per lo più misto con castagni, faggi, aceri, cerri e poi più in alto lascia il posto alla faggeta pura, che in primavera offre ai suoi piedi le fioriture di campanellini, scille, cardamini.
Dal punto di partenza si segue il segnavia n 1 in salita a destra in direzione della Cascina Miera, che si raggiunge in poche decine di minuti (prima centro di educazione ambientale ora da alcuni anni rifugio gestito) , con panorama che arriva alle alpi liguri e marittime. Il bosco è misto con ceduo di faggio e aceri, castagni, roverelle e noccioli e presso la cascina compaiono i primi grossi esemplari di faggio.. Si percorre il crinale del Bric del Tesoro con i resti di trincee napoleoniche a ricordo della battaglia napoleonica tra Francesi e Austro-piemontesi del 12 aprile 1796. Il percorso piega poi verso sudovest lungo la valletta del rio Barchei immettendosi poi nel sentiero 3 proveniente da cascina dell’Amore. Procedendo ora verso est si sale sulla Rocca dell’Adelasia, che offre panorama più vasto e un substrato calcareo più arido dove crescono anche lecci. Inoltre sotto di essa si apre la grotta omonima-di cui è sconsigliata la visita-nella quale, secondo la leggenda si sarebbe rifugiata Adelasia, figlia dell’imperatore di Germania Ottone I, insieme all’amato scudiero Aleramo. Si prosegue verso oriente lungo una pista forestale dove si osservano anche esemplari di quercia rossa canadese, finchè si incontra un cartello relativo alla riserva, di fronte al quale una traccia sale nel bosco verso i faggi monumentali più belli. Ci si mantiene a sinistra di un grosso albero di agrifoglio e in un minuto si arriva a un pianoro con diversi esemplari tra i quali ne spicca uno sul fondo indicato da una palina come albero monumentale, con circonferenza di più di quattro metri. Impossibile non immortalarlo in decine di foto … Ritornati sulla sterrata in mezzora circa si raggiunge il punto di partenza concludendo l’anello.
(Le foto si riferiscono a due momenti diversi in cui sono stata nel sito, uno nel mese di maggio con Beppe e uno ai primi di luglio col nipotino Giovanni e il suo nonno -nonché mio zio- Piero).
La riserva dell’Adelasia è stata istituita dalla 3M Italia nel 1989 per salvaguardare la varietà di ambienti boschivi e la fauna diversificata (i caprioli erano stati introdotti proprio qui nel 1952 e poi si sono diffusi in tutta la provincia). Dal 2008 è stata acquistata dalla Provincia di Savona che ha potenziato ad esempio i percorsi ciclabili. Da segnalare a Ferrania il complesso del borgo di S.Pietro con l’abbazia del 1096, anche se ormai gli immobili dell’antico convento sono stati trasformati in abitazioni.
1 Commento
Lia
Aprile 3, 2020 a 11:10 amInteressante !