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LA ROCCA DI CAVOUR (TO)

27 febbraio 2022: oggi ci aspetta la breve ascesa alla Rocca di Cavour,  visto che non ho molto tempo perche’nel pomeriggio devo recarmi nel Genovese per alcuni giorni durante il ponte di Carnevale. In realtà non è un ripiego questa meta perchè da tempo voglio tornarci, dopo una breve occhiata in occasione del Tuttomele di tanti anni fa. Questa è una fiera novembrina dedicata al mondo della mela, alla quale molti ristoranti locali dedicano menu tematici, mentre negli stand ne vengono esposte svariate qualità e in aziende agricole nei pressi è possibile acquistarne anche in altri periodi, ma io ora trovo ormai solo le Golden, che a dire il vero non mi fanno impazzire. 

La particolarità di questo sito è che si tratta, geologicamente parlando, di un monadcock o inselberg (dai termini tedeschi isola e monte), ovvero un ” monte isola” , un rilievo che si innalza bruscamente dalla piana circostante perchè sopravvissuto all’erosione circostante, e percio’ben riconoscibile dalle cime vicine, quando da esse si ammira il panorama verso la pianura cuneese e torinese. Per la sua posizione questo spuntone granitico gode di un microclima particolare che vede coesistere specie montane e mediterranee, inoltre rappresenta un’oasi naturale per gli uccelli di passo e dagli anni ’90 è diventata Riserva Naturale Speciale. Molti cartelli illustrano le peculiarità storiche e naturalistiche del sito, mentre fontane, panchine e tavoli e una Big Bench, rendono l’area molto fruibile anche dalle famiglie, oltre al modesto dislivello (460 m) e alla varietà e facilità dei percorsi, che permettono di salire alla vetta in tempi dai 20 minuti in su e di compiere vari anelli. 

Partiamo da piazza S. Lorenzo con la parrocchiale del 700 e il campanile ottocentesco, saliamo i gradini della scala  santa e ripreso l’asfalto, arrivati al bivio per S.Maurizio sulla sinistra vi perveniamo, anche se qui nulla resta del Presidio inferiore del Castello, distrutto nel 1960. Da qui una via in salita nel bosco porterebbe già alla vetta, ma torniamo indietro al bivio per ammirare, lungo il percorso principale, le opere incise nel legno di un artista locale (progetto Roccart). Poco sopra seguiamo una sterrata sulla destra che ci porta a Ca’d Pairet , con varie cavità abitate dall’uomo preistorico e poi in dieci minuti per asfalto e acciottolato arriviamo alla sommità della Rocca con il Pilone con la statua della Madonna in marmo di Carrara e ricordo dei caduti. Nel panoramico piazzale una rosa dei venti ci indica le varie cime circostanti, tra cui spicca il Monte Frioland (il Monviso è coperto). Ridiscesi di poco raggiungiamo con altra salitina la vicina Torre di Bramafam e la Big Bench del 2021. Dai resti di questa torre di guardia ci godiamo scorci sulla pianura dove si scorge l’abbazia di Santa Maria (del 1037), sede di un museo archeologico. Infine ridiscendiamo passando accanto a un pendio con gli alberelli piantati per i nuovi nati e ricollegandoci al bivio tra le due sommità, ma scendiamo per stradine asfaltate diverse che poi poco sopra alla Roccart , ci riportano sul tratto gia’percorso all’andata.

il percorso dell’anello in giallo

 

 

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