Quando la mia amica trekker Silvana mi propone di fare, col suo Tony, la bella Rocca la Meja, approfittando del clima mite che perdura in questo fine ottobre, dico wow! Subito accetto nel ricordo dell’ascensione alla vetta di una quindicina d’anni fa, quando sotto la guida esperta della mia amica Elsa (grande camminatrice di Demonte) siam arrivati in vetta con altri amici, ma al momento di intonare il Signore delle cime (famoso canto dei Crodaioli di Bepi de Marzi, per chi non lo sapesse) alcuni tuoni ci hanno costretto a scendere in fretta (per fortuna la pioggia ci ha colto quando eravamo già sul pianoro).
La Meja (m.2840) è una bella cima dall’aspetto dolomitico che domina l’altopiano della Gardetta ,tra le valli Stura e Maira, forse la mia montagna preferita nel cuneese, dopo il Monviso ovviamente.
25/10/17 Arrivati al colle del Preit ,(2070 m.) sopra Canosio, in venti minuti da Ponte Marmora, parcheggiamo, senza ricordarci che avremmo potuto proseguire ancora con l’auto sulla sterrata dell’altipiano e passando accanto all’agriturismo La Meja ci dirigiamo verso sinistra per sterrata e prati,(segnavia Percorsi occitani PO) impiegando circa un’ora per arrivare alla base della parete, dopo esser transitati dal Gias della Margherina, colle Margherina e laghetto della Meja(quota 2400 circa). Saliamo lungo la prima parte del sentiero di traverso sul ghiaione, dove in luglio e agosto spiccano i ciuffi di aglio piemontese (Allium Narcissiflorum), pregevole endemismo delle Alpi sudoccidentali a fiori rosa penduli , poi l’itinerario, segnato da tacche gialle piega a destra, sotto la dritta parete (con alcuni climber appesi), lungo una cengia obliqua che in un punto iniziale è attrezzato con una fune per superare un tratto esposto e poi saliamo a zig zag per qualche minuto fino alla base del canalino terminale…la sua apparente verticalità è molto scoraggiante, in realtà come ricordavo, è meno pendente di quello che sembra e molto incassato ai lati. Saliamo molto lentamente incastrando i piedi tra gli strati verticali di roccia sempre accompagnati dalle tacche gialle e una catena in un punto ripido, finchè, dopo 1h.30 dalla base della rocca usciamo dal canalino e dopo pochi metri siamo finalmente in vetta! Il panorama spazia dalle Marittime al Monviso, che però emerge sbiadito da una coltre di smog . Sotto di noi, lato nord, il bellissimo lago Nero della Meja, meta di altre escursioni nei paraggi. Consumiamo un leggero pranzo sulla cima per poi ridiscendere con cautela: sono già le due e mezza e in un’oretta siamo al tratto terminale sul ghiaione, che scendiamo stavolta” tuffandoci “ diritti senza traccia affondando i passi con sensazione piacevole , ormai rilassati, fino a raggiungere il pianoro un po’ più sulla destra rispetto al percorso di andata, in modo da avvicinarci di più alla macchina. Ci immettiamo per un tratto nel sentiero con segnavia TM del Tour della Meja , camminando tra i larici ormai gialli su praterie silenziose sotto le quali ormai dormono le numerose marmotte della Gardetta e poi ci buttiamo sulla sinistra in direzione dell’agriturismo passando per una grangia diroccata. Davanti all’agriturismo (ormai chiuso come del resto il rifugio della Gardetta poco oltre) notiamo una tendina che all’andata non c’era: si tratta di un giovane francese che da Barcellonette sta percorrendo a piedi un tratto di queste belle montagne…Arrivederci, Rocca la Meja, alla prossima estate!
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